Diego Dalla Palma
Bellezza imperfetta tra vacche e stelle
di e con Diego Dalla Palma
Con Vera Dragone
Regia Ferdinando Ceriani
Musiche eseguite dal vivo da Livia De Romanis
Musiche Cesare Picco
Costumi Laura Milan
ideati da Diego Dalla Palma
Videomaker Francesco Lopergolo
“Definire il Bello è facile: è ciò che fa disperare” scriveva Paul Valéry. In un’epoca in cui è difficile cogliere un ideale unico di Bellezza, Diego Dalla Palma ci racconta la sua personale idea di Bellezza che, come in Valéry, non può essere separata dall’idea di dolore.
È il risultato di una lunga ricerca che ha le radici nella sua vita più intima. Il suo concetto di bellezza non è quello lezioso, banale, scontato dei mass media. No di certo. Una bellezza stucchevole è destinata a una scadenza, alla caducità. Il suo percorso è molto più tortuoso e sofferto. Per costruire quella bellezza interiore che ci permette di vivere bene e di voler bene agli altri bisogna esser capaci di affrontare il dolore, di resistere al tormento senza lasciarsene sommergere. È nell’imperfezione, nell’atipicità che si nasconde la vera bellezza.
Diego ripercorre la storia imperfetta della sua vita, impervia e sorprendente, in 6 quadri (le sei “stazioni” che conducono alla Bellezza: coraggio, diversità, dolore, consapevolezza, disciplina e destino) tenuti insieme dall’emozione del ricordo e da una drammaturgia musicale strettamente legata alle sue parole. Ci racconta della sua nascita a Enego, un paesino sull’altopiano di Asiago, della casa paterna senza porte, delle notti di tempesta in montagna, del suo dialetto in cui riecheggia ancora la lingua dei cimbri, della scoperta della morte, di Venezia, dei suoi primi amori. Ma questa sua “educazione sentimentale” non si sarebbe
potuta compiere se non avesse avuto al suo fianco una donna indomita, irrequieta, orgogliosa della sua natura di gitana, sua madre, che affrontava le sofferenze e i compromessi della vita con la fierezza del suo rossetto.
Bellezza imperfetta è un omaggio poetico, musicale, evocativo, alla Bellezza e a quella donna, Agnese, che gli ha trasmesso la disciplina necessaria per perseguirla. Il suo racconto, magnetico, ironico, procede per brevi frammenti, per squarci emotivi, accompagnati e intervallati dalle musiche di Cesare Picco e dalle canzoni che hanno segnato i momenti più significativi della sua vita (Ornella Vanoni, Demis Roussos, Amalia Rodriguez e Mia Martini).
“Ho avuto mille tormenti e sono ancora un uomo tormentato ma, ad un certo punto, ho voluto far sapere a chi mi segue che nella vita ce la si può fare.” È questa motivazione che spinge Diego Dalla Palma a mettersi a nudo sulla scena, a trasmetterci le sue emozioni e i suoi dolori, con cruda e generosa sincerità, nella speranza che la sua esperienza possa aiutare anche altri a riflettere su certe vicende personali, a rivedere, analizzare e rivalutare con maggiore lucidità e indulgenza il proprio rapporto con la vita.
Ferdinando Ceriani
Lo spettacolo debutterà al Teatro Olimpico di Vicenza nell’ambito del 76° Ciclo di Spettacoli Classici
In collaborazione con il teatro Ghione di Roma